giovedì 16 ottobre 2008

Birrifici o Birrai?

Prima come Birraio&Consulente di altri birrifici o oggi come Birraio&Proprietario di un Birrificio Artigianale tutto mio (Birra LEO n.d.r.) mi chiedo: "dove sta andando la Birra Artigianale in Italia?!"

Ma soprattutto: "dove andrà senza alcuna rappresentanza e senza alcuna unione di intenti tra i quasi 200 produttori in Italia?!"


Ho scelto la parola "produttori" non a caso, perché in Italia ci sono sia pochi "Birrai" che pochi "Imprenditori della Birra".


I Primi sono la Figura Professionale di cui si avvale un Birrificio.


I Secondi sono coloro che fanno ricerche di mercato, Business Plan al fine di creare un'azienda che possa stare sul mercato, con un suo prodotto ben definito(possibilmente di qualità), avvalendosi di figure professionali (vedi Birraio), qualora occorressero.

Fare Birra Artigianale in Italia invece è sinonimo di: "Fino a ieri facevo l'imbianchino? Vabbé proviamoci.." (con tutto il mio rispetto per gli imbianchini..).

Eh già perché in Italia, non si è ancora preso coscienza di cosa sia fare Birra.. anzi Birra Buona.

Non voglio generalizzare, ma ben poche sono le birre artigianali italiane che possono definirsi potabili.. e di chi è la colpa?


  • Forse del "famolo strano": "oggi aggiungo un po' di basilico.. et voilà! Un'altra birra!" Così facendo non berremo più una Pils o una Bitter Ale o una Stout.


  • Forse dell'alibi che la "Birra Artigianale è sinonimo di una birra sempre diversa", così se questo mese mi esce un po' acida, posso sempre dire che la birra è "in evoluzione".


  • Forse del fatto che (volutamente, secondo me!) nessuno ha mai parlato di Formazione Professionale per la categoria dei Birrai, che nascono invece come funghi, dopo aver armeggiato per un po' con i kit casalinghi.

"La Pratica vale più della Grammatica" sicuramente è vero, ma così si esagera! Del resto in giro ci sono molte "Pils ad Alta Fermentazione".. fosse per me metterei delle multe per frasi del genere!

Ma la domanda che mi sorge spontanea è la seguente:

Perché chi ha i mezzi e le forze non ha mai saputo affrontare la tematica della Formazione?
Forse perché non ne ha i titoli?

Perché non vuole creare concorrenza, tenendo la conoscenza accessibile solo a pochi?

Oppure perché è bello raccontarsi che va tutto bene "tra noialtri"?!

E per non nascondermi dietro un dito, voglio che sia chiaro che chiamo in causa "Unionbirrai" (che ribattezzerei "Unionbirrifici" per amore dell'onestà intellettuale) e di ADB (Associazione Degustatori Birra), anche se marginalmente e solo come antagonista di UB.

Dall'altra parte la situazione è quasi da emergenza visto che adesso il "Movimento Artigianale Italiano" (Kuaska docet) comincia ad essere una Realtà importante con un suo indotto (parliamo di almeno 200 posizioni IVA, alcune con dipendenti, altrettanti codici accisa, per non parlare di diversi milioni di euro investiti in immobili), ma al tempo stesso profondamente diviso all'interno e quindi senza alcuna rappresentanza, seppur minima.


Insomma nessuno ci si fila e quindi bisogna galleggiare in un mare di norme pensate per i "Grandi Birrifici" andando alla deriva, tra una burocrazia-squalo che non aiuta sia i Birrifici Artigianali, né i funzionari dell'Ufficio delle Dogane, lasciati al loro insindacabile e a volte non troppo elastico giudizio.

Quindi che fare?! Un'associazione di categoria che rappresenti tutti e si faccia portavoce delle esigenze degli associati!

Beh più facile a dirlo che a farlo..

Oggi non esiste qualcuno che possa raccogliere questo testimone e se, sinceramente, la scelta dovesse essere tra UnionBirrai e Associazione Degustatori Birra, allora: No Grazie!

L'immobilismo dei primi (mi riferisco alla "parte professionale") è da record: pochi birrifici, senza un progetto a lungo termine, chiusi in loro stessi, pensando alla Birra dell'Anno oppure ad un consorzio.

Lo stesso Kuaska li ha mollati.. come si legge dal sito di http://www.hobbybirra.com/

I secondi esistono in quanto alternativa ai primi: gli sforzi per organizzare dei Saloni per sensibilizzare la massa alla Birra Artigianale, è da plauso, ma poi?

A parte piccole schermaglie tra di loro.. niente di nuovo sul Fronte Occidentale.

Infatti oltre il 75% dei birrifici non è associato con nessuno.. disillusi o meglio, come il sottoscritto, convinto dell'inutilità di associarsi senza avere in cambio di nessun reale ed utile servizio.


Forse per mettere d'accordo tutti, bisognerebbe trovare una figura "Super Partes"..

Lancio una provocazione: se Assobirra creasse una sezione "artigianale" a cui si potessero iscrivere i Birrifici Artigianali, secondo me sarebbe un plebiscito.

Ma è veramente questa l'unica soluzione?

"Dividi et Impera" dicevano i latini.. non ce n'è bisogno, facciamo tutto già da soli.

Oppure è maturato finalmente il momento di parlare di una "Vera Associazione di Birrai"?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Come dice la parola, anzi le parole, associazione di birrai, si suppone che siano i birrai che si uniscano a crearsi una loro associazione che li tuteli.
Se vai a guardare dentro UB, i birrai si iscrivono solamente per prendersi lo stand scontato a pianeta birra.
Diciamocelo chiaro, 300 euro per affiliarsi a una fantomatica associazione di categoria CHE FUNZIONI sono ridicoli.
Ma ancor piu' ridicoli sono gli stessi birrai che non vanno mai alle assemblee dell'associazione e poi si lamentano in pubblico che l'associazione e' "immobile".
Quando si voleva "dividere" ub tra hobbysti e pro, i secondi sono insorti (in 3 o 4, ma sufficienti per far saltare il tutto) per prosciugare ancora soldi e forze agli homebrewers, ancora finche' hanno potuto...
Te mi sembri una persona seria e con un minimo di capacita' (cosa che tra i birrai di ub non e' che abbondi...ovvio, tra una canna e 3 litri di birra all'ora, e' dura rimanere lucidi...), metti giu' un progetto serio, magari parlando con quei 4-5 con un minimo di cervello, e rivoluziona un po' sto ambiente.

Fabrizio LEO ha detto...

Ti ringrazio per la fiducia (non so se meritata).. non so perché tu ti sia "celato", ma almeno indica i "4-5 con un po' di cervello"..

Unknown ha detto...

Ottimo blog Fabrizio. Sicuramente ti seguirò su queste pagine...

E in bocca al lupo per il tuo progetto!

A presto,
Mauro - SPdrums

Tony ha detto...

Mi associo ai complimenti per il tuo blog. Capisco il tuo fervore, essendo (almeno così mi sembra di aver capito leggendo qua e là su internet un po di cose) uno con una esperienza formativa di tutto rispetto in campo birrario, e che forse ha investito non poco in termini di tempo, soldi, e altro per poterlo fare.

Mi dispiace solo che il commento di cui sopra -che comunque potrebbe risultare interessante- non sia firmato correttamente: si può dire tutto e il contrario di tutto, ma forse ci vuole la faccia e non un nick-name risultato delle dita impazzite sulla tastiera....:-((

in bocca al lupo per il tuo blog!!

Tony Manzi

www.tonysbeer.splinder.com

Fabrizio LEO ha detto...

Grazie ancora per il sostegno.. ma servono più che altro le vostre opinioni.. non me la voglio "cantare e sonare da solo"!

Marco ha detto...

Ciao Fabrizio,
Ho letto con molto interesse il tuo post.
Io sono un futuro 'produttore' di birra, ancora "invischiato ed impegnato" con la burocrazia per ottenere un ok dall' UTF.
Anche io mi permetto di dire che una associazione o una rappresentanza di produttori italiani sarebbe cosa buona e giusta.
Per come la vedo io si potrebbe anche partire con cose semplici, ma efficaci ed utili, tipo i gruppi di acquisto.
Qualcuno lo sta già facendo; io stesso ho già fatto acquisti "agganciandomi" a gruppi di 2/3 birrifici.
E questo è solo un esempio di "servizio" relativamente semplice da organizzare; ma la lista delle cose che si potrebbero fare è molto lunga.
Penso sopratutto a realtà piccole quanto lo sarà la mia, che non avendo a disposizione grossi mezzi economici, traerebbero solo vantaggi "a far sistema" con altri piccoli produttori.

Non so se e quanto potrei esserti utile, ma se stai pensando a qualcosa, considerami della partita.

Ciao
Marco

Livingstone ha detto...

Ciao Fabrizio.
Torno da una settimana passata con la Brewers Association al salone del gusto.
La piazza della birra raccoglieva anche alcuni birrifici italiani tra i più blasonati.
Sono d'accordo con te sulla necessità di un'azione unitaria per sviluppare la cultura della birra e migliorare il livello medio della birra artigianale italiana. Le due cose vanno di pari passo secondo me. Questo vuol dire consumatori consapevoli e produttori uniti per raggiungere il comune obiettivo.
Unionbirrai in questi anni ha mancato molte occasioni e molti obiettivi. Dall'esterno però non è facile attribuire delle colpe.
Forse la sindrome da difesa del proprio orticello? Mah, considerando che la media dei birrifici italiani è ben lontana dal poter insediare le posizioni dei birrifici storici, non so quando accreditare questa ipotesi.
Resta il fatto che c'è una urgente necessità di svoltare pagina.
Il recente grande incremento del numero dei birrifici in italia fa pensare che siamo vicini ad una prima importante scrematura...diciamo entro tre-cinque anni si deciderano le sorti del mercato della birra artigianale italiana.
Ci dovrà essere una capacità di gestire la fine dell'era pionieristica per passare all'era della imprenditorialità (come è successo in america) che potrà realizzarsi solo se la smetteremo di litigare tra noi.
C'è necessità di un lavoro di squadra.
Chi pensa di avere i numeri per tirare la barca è bene che si faccia avanti. Senza la pretesa di essere l'unica prima donna.
Queste idee che ti propongo hanno fondamento nell'esperienza altrui.
E nell'osservazione degli eventi italiani, come tu hai segnalato.
Un saluto,
Franco

Marleen Overmeire ha detto...

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